STATO DEL SUPERBONUS: tra opportunità e (molte) criticità
Superbonus 110: dopo due anni è tempo di bilanci.
Finora, pur occupandomene quasi quotidianamente, ho scelto di non trattare in dettaglio il Superbonus.
Oggi, a due anni dall’uscita del Decreto Rilancio, non posso che unirmi al coro di perplessità dei colleghi coinvolti nell’iniziativa.
Le opportunità del Superbonus
Il Superbonus è senza dubbio un intervento apprezzato. Il meccanismo, sulla carta, è tanto semplice quanto efficace. Si eseguono dei lavori cosiddetti trainanti che devono aumentare la classe energetica dell’immobile attraverso il miglioramento del cappotto termico o la sostituzione degli impianti termici e di climatizzazione oppure interventi contro il rischio sismico. Ai lavori trainanti, si possono associare dei lavori cosiddetti trainati, come l’istallazione di pannelli solari, così da fornire una nuova fonte di energia, e di colonnine di ricarica.
Il Superbonus ha saputo mobilitare investimenti consistenti, ponendosi l’obiettivo di apportare molteplici contributi positivi al settore residenziale ed edilizio:
- Il minor gettito fiscale derivante dalla erogazione dell’incentivo è quasi interamente compensato da vantaggi fiscali diretti e indiretti;
- Grazie all’incentivo gli edifici fanno un salto multiplo di classe, riducono dipendenza da fossili ed abbattono emissioni di gas climalteranti;
- Intorno al Superbonus si è sviluppato un fiorente mercato di: aziende edili, tecnici per le asseverazioni, enti finanziari specializzati nell’acquisto del credito d’imposta.
Ma la vera opportunità che ha sorretto il Superbonus ed i bonus minori è stato il meccanismo di cessione del credito messo a punto con l’art. 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio). Un sistema “perfetto”, che ha consentito la libera circolazione dei crediti edilizi che si sono trasformati in moneta virtuale da scambiare, con un profitto per chi acquista.
Un sistema che avrebbe consentito agli incapienti e chi non aveva liquidità di avviare interventi che altrimenti non avrebbero mai realizzato.
Le criticità del Superbonus
Il meccanismo del Superbonus si è rivelato tanto semplice nelle intenzioni quanto complesso nella messa in atto.
Dalla sua conversione in legge (luglio 2020 dl 77) abbiamo avuto: 12 correttivi, 5 provvedimenti attuativi, centinaia di interpretazioni messe a punto dall’Agenzia delle Entrate.
I primi correttivi hanno voluto ampliare la platea del Superbonus. Di decreto in decreto vengono modificati dapprima l’art. 49 del dpr. 380/2001 testo unico edilizia, in presenza di abusi si perde il diritto alla detrazione. Successivamente, la disciplina edilizia, con la creazione della CILAS.
Il Superbonus sembrava finalmente entrato a regime quando una nuova serie di provvedimenti mette in discussione la cessione del credito, dando il via alla tempesta perfetta.
La cessione del credito, nata in origine per il Superbonus 110%, è stata estesa a tutte le detrazioni fiscali come opzione alternativa alle detrazioni su 10 anni, senza la necessaria consapevolezza degli effetti che avrebbe avuto sul “Paese Italia”. Non è un mistero che il meccanismo delle opzioni alternative si è trasformato nel vero motore delle frodi fiscali, che hanno interessato i bonus edilizi senza alcuna forma di controllo. E’ cronaca recente la truffa del bonus facciate.
Per contrastare le truffe, il Governo è corso ai ripari emanando una serie di misure di emergenza, che si sono susseguite in rapida successione negli ultimi mesi.
Il Decreto Antifrodi e la Finanziaria 2022
Il Decreto Antifrodi (157/2021) ha previsto il varo di un decreto del Ministro della transizione ecologica con nuovi valori massimi di alcuni beni ai quali occorre far riferimento per l’asseverazione della congruità delle spese sostenute. Ciò ha generato dubbi interpretativi che si sono protratti fino all’emanazione della Manovra Finanziaria 2021. La Manovra ha inglobato (e modificato) le norme del cd. Decreto Antifrodi (157/2021), disponendo al contempo che rimanessero validi gli atti e i provvedimenti adottati.
Ergo, le norme Antifrodi sono state rese retroattive!
Sostegni Ter
Il Decreto Sostegni Ter (4/2022) ha posto fine alla cessione infinita dei crediti fiscali, cancellando la previsione che al contrario aveva previsto la facoltà di successiva cessione del credito ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari.
Gli effetti del Sostegni Ter sono stati molto pesanti per la filiera del Superbonus ed hanno portato alla difficile situazione attuale:
- La proroga del meccanismo in Finanziaria spinge gli operatori ad accelerare con i contratti;
- Il divieto di vendita multipla taglia fuori dal mercato della cessione del credito i piccoli istituti bancari che per tutto il 2021 sono stati la linfa vitale del meccanismo;
- Centinaia di aziende sul territorio perdono l’accesso alla vendita del credito… a cantieri avviati;
- La sospensione del meccanismo tra gennaio e marzo toglie liquidità al sistema;
- Operatori del settore presi dal panico si rivolgono alle grandi banche (Intesa, Unicredit, MPS, BPM, BNP Paribas, etc.);
- Le grandi banche possono accettare crediti solo fino al raggiungimento della loro capacità fiscale;
- Le grandi banche e i consulenti globali che le supportano (E&Y, Deloitte, PWC) vanno in affanno a causa della moltiplicazione delle domande;
- Le grandi banche, raggiunta la propria capacità fiscale, sono costrette ad interrompere l’accettazione dei crediti e bloccano il sistema;
- Si dilatano i tempi di vendita del credito determinando un aggravio della crisi del sistema messa a dura prova già da inflazione e indisponibilità sui materiali, indisponibilità delle maestranze.
Il Decreto Aiuti
Per sbloccare l’empasse generata dal Sostegni Ter, il Governo ha rilasciato a Maggio il D.L. 50/2022 “Decreto Aiuti” che introduce due modifiche :
- prorogato il termine del SAL 30% per Unifamiliari al 30 settembre 2022, con possibilità di includere nel conteggio lavori diversi dal Superbonus
- consentita la cessione del credito verso clienti professionali delle banche, che dovrebbe convincere i vari istituti di credito a riattivare le cessioni del credito.
Conclusioni
Qualsiasi misura eccezionale avrebbe bisogno di essere ben definita sin dal suo avvio, tanto più se promette di rilanciare un settore chiave per l’economia nazionale come l’edilizia.
Questo con il Superbonus non è avvenuto.
Invece di seguire un percorso lineare, si è intrapreso un percorso contorto e troppo spesso incerto, che ha avuto l’effetto di fare alzare bandiera bianca a molti cittadini e imprese.
Giusto sarebbe che il Governo chiarisse, a se stesso in primis, se i Superbonus 110% possano essere uno degli strumenti per raggiungere gli obiettivi di transizione energetica più volte enunciati o se la strada intrapresa finora vada ridefinita, anche in modo radicale. Possibilmente senza affossare del tutto il comparto edilizio.