Scambio sul posto: come funziona
Attualmente il contributo di scambio sul posto e il pagamento dell’eccedenza (oltre le detrazioni di costi al 50%) garantiscono gli introiti economici degli impianti fotovoltaici ad uso domestico.
Prima di spiegare cosa sono e quanto valgono servono due premesse:
- 1° lo scambio sul posto (SSP) prevede un contributo (contributo in conto scambio) che viene calcolato in maniera abbastanza complessa sulla base di diversi parametri, che variano nel tempo come variano i prezzi dell’energia sul mercato elettrico. Per questo motivo l’entità del contributo viene stimata, varia da caso a caso e dipende, oltre che dai prezzi correnti di mercato, dalle quantità effettive di energia immessa e prelevata nella rete.
- 2° lo scambio sul posto non è un “incentivo”. Gli incentivi sono terminati a luglio 2013. Mentre lo scambio sul posto è ancora in vigore ed è cumulabile con le detrazioni fiscali.
Fino al 5 luglio 2013 per valorizzare il proprio impianto, si poteva scegliere tra due opzioni, in alternativa l’una all’altra: incentivi del Conto energia o detrazioni fiscali + scambio sul posto (nel caso in cui l’impianto fosse al servizio dell’abitazione).
Oggi, con la fine degli incentivi del conto energia, lo scambio sul posto può essere scelto alternativamente solo al ritiro dedicato, cioè alla vendita diretta di energia al gestore dei servizi energetici (Gse). Quest’ultima però, nel caso di impianto al servizio della abitazione, è sconsigliata in quanto molto meno remunerativa.
Come funziona un impianto: l’energia prodotta e quella prelevata
Quando l’impianto fotovoltaico produce, l’energia prodotta ha due possibili vie o viene direttamente auto-consumata nel momento stesso della produzione, oppure viene immessa in rete e conteggiata dal contatore di scambio.
Quando l’impianto fotovoltaico non produce, l’energia necessaria viene prelevata dalla rete elettrica. Questa energia viene pagata normalmente attraverso le usuali bollette elettriche. Ogni utente avrà le tariffe previste dal proprio operatore elettrico.
Dunque abbiamo da un lato l’energia immessa, dall’altro lato l’energia prelevata.
Definizione: cos’è lo scambio sul posto
Lo scambio sul posto garantisce che l’energia immessa in rete da un impianto fotovoltaico venga valorizzata economicamente, attraverso due meccanismi: il contributo dello scambio sul posto e la liquidazione dell’eccedenza.
- Il contributo dello scambio sul posto è un rimborso compensativo che ripaga l’utente per l’energia che ha immesso in rete, fino ad un massimo pari alla quantità dell’energia già prelevata.
La remunerazione è pari al prezzo di mercato dell’energia più il rimborso di una sola parte dei servizi di rete: distribuzione, dispacciamento ed alcuni oneri generali di sistema. Ovviamente non vengono rimborsate le imposte. Il fatto che solo una parte dei servizi e degli oneri generali, che costituiscono dei costi in bolletta, vengano ri-pagati, fa comprendere che la massima remunerazione si ottiene grazie all’autoconsumo. - Cosa succede se l’energia immesse in rete è di più di quella ri-prelevata per il proprio fabbisogno? Cioè come viene valorizzata la differenza?
In questo caso si parla di eccedenze di immissioni rispetto ai prelievi. Quindi se a fine anno, a seguito del conteggio complessivo tra energia immessa e prelevata, risultano immissioni maggiori rispetto ai prelievi, l’energia immessa in più rispetto a quella compensata viene valorizzata ad un prezzo di vendita che è il prezzo di mercato medio dell’anno precedente (quindi senza alcun riconoscimento dei costi aggiuntivi dovuti a oneri e servizi).
Il valore complessivo delle eccedenze può essere monetizzato e liquidato da parte del Gse, oppure può essere messo a credito nel contributo in conto scambio dell’anno successivo, a seconda di cosa sceglie l’utente.
Riassumendo in altre parole
- Il contributo di scambio sul posto è una modalità di autoconsumo differito nel tempo dell’energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico, utilizzando la rete elettrica locale come se fosse un serbatoio di stoccaggio in cui depositare le eccedenze e da cui ri-prelevare al momento del bisogno a condizioni vantaggiose. Attenzione: non si tratta però di uno scambio alla pari tra energia immessa e prelevata, ma un meccanismo di rimborso parziale delle bollette pagate per l’energia prelevata dalla rete quando l’impianto non produce, perché una parte dei costi dei servizi non viene ri-pagata.
- Il meccanismo è: prima pago le bollette per tutta l’energia prelevata dalla rete, e poi ricevo un rimborso parziale da parte di Gse.
Infatti l’utente paga come di consueto la bolletta al gestore (ad Enel o ad altro) per tutta l’energia prelevata. Per queste bollette pagate riceve successivamente un rimborso parziale dal Gse, attraverso acconti trimestrali e conguagli annuali. Il rimborso è però nei limiti della quantità di energia precedentemente immessa. - a fine anno, tutta l’energia immessa in rete in più rispetto a quella ri-prelevata per i propri consumi (cioè oltre la quantità usata per lo scambio sul posto), dà origine a dei crediti che vengono valorizzati dal Gse. Questa remunerazione si configura fiscalmente come una vendita e tecnicamente si chiama liquidazione economica delle eccedenze. Vale meno del contributo di scambio sul posto perché nessuno dei costi aggiuntivi dell’energia viene conteggiato nel prezzo di acquisto.
Perchè l’autoconsumo è meglio dello Scambio sul Posto?
Il sistema dello scambio sul posto è un meccanismo per valorizzare ulteriormente l’energia prodotta dall’impianto. Ulteriormente perché la prima e più significativa fonte di valorizzazione dell’energia prodotta è l’autoconsumo immediato, istantaneo.
La quota di energia autoconsumata non passa dal contatore bidirezionale, ma solo dal contatore di produzione, per passare direttamente al servizio della utenza. Questo passaggio diretto bypassa l’utilizzo della rete elettrica del gestore, evita quindi le spese ad esso connesse e quelle di prelevamento associate alla bolletta elettrica.
Formula dello Scambio Sul Posto
Esempio: un impianto fotovoltaico da 3 kWp